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Toros du Vaccares

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La Camargue è il mio rifugio. Questo asilo che mi ha visto nascere e mi ha fatto di me il gardian che sono. Questa memoria di un mondo, la voglio difendere dalla mia vita. Un impegno che supera di gran lunga l'idea della sola tradizione: perché difendere la Camargue è anche, in una società contemporanea in preda all'urgenza e al dubbio, porre la questione della biodiversità mondiale e di un'ecologia positiva e ragionata per tutti. 

Per questo desidero i miei ‘’Toros du Vaccares’’ un santuario. Un santuario itinerante che, una sorta di compromesso tra le nostre speranze e le nostre illusioni, celebrerebbe il nostro bene più prezioso: la nostra capacità di essere e di pensare la nostra vita, i nostri amori e la nostra morte.

Queste teste di tori - i nostri tori! - è il Tristo Mietitore che ci guarda dritto negli occhi, l'ideale di una vita che ci sfugge nell'innalzamento delle acque. Questi testi sono l'amore di tutte le mattine del mondo, è il suono della nostra risata tra le braccia di nostra madre.

Al riflesso delle loro anime liberate, rinasco - io, l'Uomo condannato. 

                                                                                                                                                                   Stanislas.

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